Siamo abituati a pensare all’intelligenza come una caratteristica geneticamente determinata, stabile nel tempo ed oggettivamente misurabile attraverso il quoziente intellettivo (QI).
Un recente e prestigioso studio (Mani e colleghi, 2013) apparso sulla rivista scientifica SCIENCE racconta un’altra interessante storia.
I raccoglitori di canna da zucchero del Tamil Nadu (India) per metà dell’anno, cioè prima dei raccolti, versano in condizione di povertà. Subito dopo i raccolti la loro situazione economica migliora e si trovano un una situazione di relativa ricchezza.
Cosa succede alla loro intelligenza? Alle loro capacità di ragionamento e di prendere decisioni?
Cambiano in modo importante: si potrebbe grossolanamente dire che risultano “stupidi” nei test fatti prima del raccolto e decisamente intelligenti nei test fatti subito dopo il raccolto, cioè quando smettono di essere poveri.
I ricercatori che hanno condotto lo studio hanno escluso altre possibili spiegazioni quali la fatica fisica o le preoccupazioni per l’andamento del raccolto.